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Norme sulla discriminazione negli stadi VS ultras, da che parte sta la ragione?

Katya Parente

Si dice, spesso anche a sproposito, che la verità sta nel mezzo. Ma quando c’è da applicare un regolamento non si può essere altrettanto salomonici: o è bianco o è nero. Ciò che si può o non si può fare però dovrebbe basarsi sul buon senso, per non danneggiare erroneamente chi colpe non ha. Nel caso specifico, in questi giorni ha fatto molto parlare la decisione di una nuova sanzione contro il Milan, alla quale si ribella non solo la società meneghina ma buona parte del mondo del calcio.

Il presidente Zamparini, non certo nuovo a sfoghi e polemiche nonchè personaggio sempre sopra le righe, sull’argomento ha detto una verità indiscutibile: “Le società sono sotto ricatto degli ultras”. Come dargli torto, quando si leggono sentenze come quelle subite da club quali Milan o Lazio, che per una manciata di facinorosi si ritrovano ultimamente troppo spesso penalizzate, dovendo giocare senza i propri sostenitori? Galliani è sulla stessa lunghezza d’onda, dichiarando piuttosto polemicamente: “Se 50 persone si mettono d’accordo uccidono una società facendo cori di discriminazione razziale o territoriale, se è una norma di buon senso lo lascio decidere ai lettori…Non si capisce perché queste norme ci siano solo in Italia. Quando gli stadi sono già vuoti chiuderne uno è politicamente perfetto, fantastico…”. E ancora: “Capisco il razzismo, ma la norma sulla discriminazione territoriale va abolita: tutti i presidenti sono d’accordo con me e ho già chiamato il presidente della Figc Abete per dirglielo. Ha detto che ci penseranno…” Piccato l’amministratore delegato del Diavolo nelle sue dichiarazioni, che precedono di poco quelle della Curva Sud: “Benvenuti nel paese dove la goliardia e lo sfottò sono motivo di sanzioni che limitano la libertà. In Italia si assiste in questi giorni alla messa in atto di una ridicola interpretazione della legge che ci rende i protagonisti di un attacco insensato e ingiustificabile…Nessuno considera la legge contro il razzismo una legge inutile o sbagliata, ma si sta passando all’impossibilità di essere goliardici…Ci stanno togliendo il diritto di esprimere il nostro tifo e saremo ben felici di scoprire quanto un campionato giocato a porte chiuse sarà interessante per i mercati esteri creando un buco al sistema calcio”

gallianiFatto non da poco, è proprio la Curva Nord, quella degli ‘odiati cugini’, la prima ad appoggiare i tifosi rossoneri, auspicando alla ripresa del campionato che in tutti gli stadi vengano intonati cori discriminanti per arrivare ad una domenica di totale chiusura degli stadi, come si legge sul loro sito. Non solo: tutte le cariche interpellate concordano con l’assurdità di questa norma, il che dovrebbe far riflettere su quanto ci sia di sbagliato in essa, la quale va a punire in maniera indiscriminata squadre e appassionati senza colpire il problema alla radice, che è di cultura e sul modo di intendere il calcio, o addirittura la vita. Solo nel ‘Bel Paese’ si accendono infatti ancora queste polemiche, semplicemente perchè è uno dei pochissimi stati, insieme ad alcuni dell’Est Europa, a dover affrontare il problema degli ultras in maniera seria. Andrebbero sanzionati i singoli ed allontanati per un tot di tempo dalle manifestazioni di fronte ad insulti gravi e pesanti alla persona; ma basterebbe un pizzico di intelligenza e senso dell’umorismo nella maggioranza dei casi, come hanno mostrato i tifosi del Napoli nell’ultima giornata, per andare oltre e godersi la partita della propria squadra, senza voler sempre fare quelli ‘politicamente corretti’.

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